La storia di un territorio, geograficamente e culturalmente inteso, è spesso inscindibile dalla presenza di architetture o di monumenti che, con la loro presenza, hanno connotato e caratterizzato quell’habitat che prima dell’intervento antropico aveva incontrato come unica artefice e artista la natura. In passato, più che attualmente, il senso e la ricerca di armonizzazione tra le opere architettoniche e l’ambiente, nel quale queste sorgevano, determinava la creazione di edifici che si integravano totalmente con il paesaggio circostante senza aggredirlo, quasi confondendosi con esso grazie anche all’utilizzo, come materiali da costruzione, delle risorse reperibili in loco. In Calabria, soprattutto a causa della difficoltà di trasporto dei materiali determinata da strade impervie, impercorribili o malsicure, la pietra o la terra cruda erano spesso in passato le uniche risorse alle quali si attingeva per costruire. Eppure quella sobrietà, imposta dagli stessi materiali di certo non pregiati, ha fatto sì che molte delle strutture edificate in Calabria, almeno fino all’Ottocento, si armonizzassero con il territorio, del quale diventavano una peculiarità. Un esempio di questa armonica integrazione è rappresentato dalla Grangia di S. Anna a Montauro (CZ). Percorrendo la strada che congiunge Montauro a Gasperina, appare tra gli ulivi questo grande edificio che si staglia tra il mar Ionio ad est e la fascia pedemontana delle Serre ad ovest, su un pianoro a cica 400 m s.l.m. Il Complesso, di grande rilevanza storica ed architettonica, è da alcuni anni soggetta ad interventi di consolidamento e di restauro conservativo, promossi dall’Amministrazione Comunale di Montauro che, grazie a finanziamenti europei e statali, è riuscita ad acquisire il monumento, a completare tre diversi interventi di restauro e consolidamento e uno di scavo archeologico, sotto la Direzione Scientifica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Grangia di Sant’Anna a Montauro
Montauro, CZ Info
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